Thursday, February 28, 2008

OPINIONI

Credo che Franca Sozzani sia l'unica persona al mondo che può indossare quegli occhiali da sole dopo l'anno 1993, e non solo li porta bene, ma sono anche belli su di lei.

Photobucket


[The Sartorialist]

Monday, February 25, 2008

AGLI OSCAR...

Marion Cotillard, non solo migliore attrice protagonista per La Vie En Rose, ma anche meglio vestita della serata, in Jean-Paul Gaultier.


Il suo mezzo minuto di discorso mi ha fatto venire i brividi, e una mezza lacrimuccia.




Adorabile.

Saturday, February 23, 2008

UNA BLOGGER PIVELLA ALLE SFILATE - CRONACA SEMICOMPLETA



Non ho mai raccontato com'è andata a finire la mia avventura alle sfilate. Ora, dopo due settimane e una marea di stress, ho pensato che fosse l'ora di raccontare (quel che mi ricordo) di quel poco che ho visto per poi passare ad altro (perchè ho un miliardo di cose su cui bloggare, ma mi pareva giusto chiudere il discorso London Fashion Week prima!).

Sebbene all'inizio mi sia trovata non poco fuori posto alle sfilate londinesi (dovete capire che vedere tutti questi fashion editors bellissimi e ottimamente abbigliati salutarsi calorosamente con baci e abbracci e non conoscere nesusno non è esattamente incoraggiante), sono lo stesso riuscita a tirare fuori qualcosa di buono, tanto che alla fine qualcuno si è pure ricordato la mia faccia, e qualcun'altro (vedi Hilary Alexander, genio assoluto del giornalismo di moda britannico, che a quanto pare credeva di conoscermi benissimo quando mi ha salutata con un sorrisone) ha quasi creduto che fossi un' insider.

Innanzitutto, scoprire che in quasi tutti gli uffici di PR c'è qualcuno che si chiama SARAH mi ha aiutata molto. Presentarsi alla porta di una sfilata dicendo "Sarah mi ha detto che era troppo tardi per mandarmi l'invito, dovrei essere sulla lista" può garantire l'ingresso quando non si ha l'invito nè si è sulla lista (ovviamente questo sistema non è stato provato con nomi quali Vivienne Westwood o Paul Smith, con i quali dubito comunque che funzioni). Quando poi qualche omone della sicurezza o qualche PR (ovviamente non Sarah) inacidita voleva sapere dettagli, ecco un nome italiano lunghissimo (per l'occasione mi sono aggiunta un paio di congnomi), pronunciato in un accento fortissimo, che ha lasciato tutti spiazzati e ha garantito a me l'ingresso anche dove non srei dovuta entrare (purtroppo solo da Ben De Lisi, nessun volto conosciuto e collezione bruttina).



Passando alle sfilate in sè, nulla di quello che ho visto mi ha fatto gridare "WOW!", a parte forse Poltock & Walsh che hanno presentato delle cose interessanti in termini di colori (palette che va dal verde bosco al prugna al grigio su creazioni geometriche) e accessori (piume su scarpe, cerchietti e occhiali, bellissimo).




Qualcosa di bello c'era anche da Jean-Pierre Braganza (sì ad abiti strutturati nei toni del nero e grigio, no al tartan fuxia) ed Emilio de la Morena (sì a colli vittoriani di feltro grigio, no a semi-pigiami dai colori azzurro e rosso). Abbastanza interessante, da Betty Jackson, un bavaglino/pettorino ricorrente, una sorta di sottomaglia o copricollo in paillettes multicolore, accessorio utile per dar vita a capi basici. Da Betty Jackson ho anche finalmente visto una decente front row: Alexandra Shulman di Vogue seduta accanto a Jess Cartner-Morley di The Guardian seduta accanto ad Hilary Alexander del Daily Telegraph (tutte un po' annoiate ed una addirittura sbadigliante allo sfilare della collezione), Cherie Blair con figlie seduta poco più in là e una BELLISSIMA Erin O' Connor all'ingresso della passerella (che a fine sfilata sono andata a guardare più da vicino mentre paparazzi impazziti le scattavano foto a tutto spiano, e la mia faccia dev'essere stata proprio da ebete, dato che mi ha sorriso e fatto ciao con la mano).

Molto sconvolgente è stata la vista dei bambini portati alle sfilate dalle loro mamme fashion editors: pargoli abbigliati all'ultima moda (o anche con mode non ancora arrivate a noi mortali) e perfettamente consci della loro "posizione sociale", dal loro posto regolare in prima fila. Non ho scattato foto di questi mini-demoni delle sfilate, ma fortunatamente su Stylebubble è affiorata la foro di due bimbe presenti alla sfilata di Jean Pierre Braganza: credo che la foto si commenti da sola.

Mi aspettavo buffet più ricchi, invece ho solo potuto "scroccare" selezioni di brioches e muffin e succo di frutta - di cui peraltro non mi lamento. Un'amica mi ha fatto notare che non siamo in Italia, dove le sfilate arrivano in coppia con sontuosi buffet da decine di portate (ma forse c'erano anche a Londra ma io non vi ero invitata?).

Per concludere, è stata una bellissima mini-esperienza (tanto che a guardare le foto delle sfilate/feste a cui non sono stata invitata e non ho provato ad entrare provo un diffuso senso di invidia, come se avessi dovuto esserci), e ora che so come raggirare i PR (o farmi invitare rgolarmente) ho deciso che ritenterò a Settembre, per mettere in pratica tutto quello che ho imparato.

Wednesday, February 20, 2008

VICINI DI CASA

Di ritorno dall'università, una copia del London Lite, quotidiano gratuito distribuito in metropolitana, mi informa gentilmente che Vivienne Westwood vive a Clapham, sobborgo londinese distante cinque minuti da casa mia.

Credo che - nel modo meno stalker possibile - Clapham diventerà il mio nuovo luogo di ritrovo preferito.

Volevo inoltre informare i lettori che no, non mi sono dimenticata di aggiornare il blog sulle mie avventure alle sfilate, ho semplicemente avuto mille e mille cose, fra università e vita privata, e tornerò ad un ritmo normale nei prossimi giorni.

Sunday, February 10, 2008

SCONVOLTA...



..dalla posa di Lourdes Maria Ciccone Banderas (o come si chiama, insomma), identica a quella della madre.

Saturday, February 09, 2008

UNA BLOGGER PIVELLA ALLE SFILATE

Come ben sapete, leggere i blog mi piace tantissimo. Ne leggo un sacco, tanto da fare una gran fatica a tenere in ordine la mia lista di preferiti perchè ne scopro di nuovi ogni giorno: insomma, una tragedia. Il punto a cui voglio arrivare però è un altro. Nella mia esperienza di lettrice di blog, ho avuto modo di osservare un interessante fenomeno degli ultimi tempi, nato in sordina, ma ora con una diffusione sempre più prepotente. I blogger stanno assumendo un'importanza sempre maggiore nell'industria (ovviamente non sto prlando di me ma di altri, che qui di seguito illustrerò). Prima Chanel, poi Gucci si sono interessata e aperti al mondo dei blogger, e li hanno invitati a vivere esperienze un tempo riservate ad un'elite di Very Important Persons e direttori moda influenti. A questo aggiungerei i tantissimi concorsi dedicati a blog che stanno ormai spuntando un po' dappertutto. Ultimo, ma non meno importante, alcuni blogger sono ormai ospiti fissi alle sfilate.

Dopo aver osservato la popolarità raggunta da personaggi come Style Bubble, La Coquette, Fashion is Spinach eccetera, ho deciso di tentare. Ho scritto a tutti i PR del calendario londinese, in richiesta di inviti a TUTTE le sfilate.

Devo dire che il risultato è stato sorprendente.

Ovviamente non ho fatto il tutto esaurito (come potrete immaginare, Vivienne Westwood, Aquascutum, Luella e tutti i nomi grossi non mi hanno degnata di uno sguardo), ma sono lo stesso venute fuori cose interessanti.



E a partire da domani, guarderò Jean-Pierre Braganza, Emilio de la Morena Poltock & Walsh, Betty Jackson, Louise Armstrup e Daydream Nation (il cui invito, va detto, è il più carino, un'illustrazione a mano, stampata su stoffa bianca): il giusto mix di nomi da conoscere, nomi mai sentiti che mi incusiosiscono, avanguardia e stilisti riconosciuti.

Chiaro che non ho alcun interesse a rubare il posto a un fashion editor stipendiato, io blogger pivella, e non penso neanche di essere in alcun modo influente (infatti se si trattasse della settimana della moda di Milano le mie email sarebbero sate cestinate all'arrivo, mentre con i PR londinesi posso fingere di essere qualcuno che tanto loro non lo sanno). Prenderò queste sfilate come un'occasione per dare un'occhiata ai fashion editors e alle loro splendide scarpe/borse, far entrare qualche amica come mia assistente, e in generale divertirmi un po'.

Ovviamente scriverò gli sviluppi qui! Ci sentiamo in settimana, per le avventure pivelle di Pillole Di Moda!

POTERE ALLE DONNE

Ammetto la mia più grande debolezza: i telefilm. Da Prison Break a Gossip Girl, da Desperate Housewives a Heros, ho una vera e propria dipendenza, complice il fatto che quando torno la sera sono troppo stanca per stare concentrata più di 45 minuti (durata media di un telefilm) su qualcosa. Due in particolare, usciti ultimamente e a distanza di poche settimane, mi sembrano degni di nota. Si tratta di Cashmere Mafia e Lipstick Jungle, entrambi ambientati a New York, entrambi hanno come protagoniste donne in carriera affermate.

Queste donne sono produttrici, editrici, manager, capi di grandi società, sono bellissime e hanno vite private ricche di azione. Forse un po' troppo perfette, lo ammetto, ma è un'immagine di donna che mi piace vedere sullo schermo. Non sono certo una femminista, ma queste donne - e il loro power dressing - mi piacciono tantissimo.

Non sono mai stata una fan di completi giacca e pantaloni/gonna e spalle giganti, ma sto iniziando a capirne il perchè. Il cosiddetto power dressing di questi telefilm è preso con un tocco di glamour, tessuti, colori e dettagli non sono lasciati al caso, ma non sono neanche in primo piano come in telefilm del genere Sex and the City, eppure queste donne riescono ad essere sempre sensuali e allo stesso tempo concrete. Power dressing sì, ma solo come una parte della donna al potere, che non è tutta immagine e tette fuori, ma è duro lavoro, vita privata come quella di chiunque altro (magari un po' più glamour, ma la cosa finisce lì), e tanta grinta.


[Lipstick Jungle]


[Cashmere Mafia]

Una menzione d'onore va ad Alexis Meade (interpretata da Rebecca Romjin, di Ugly Betty. Ex uomo, il personaggio di Alexis non solo è bellissimo, ma è - senza doppi sensi o battute - una perfetta donna con le palle. Sempre impeccabile (come del resto tutte le donne al potere sopra menzionate), Alexis/Rebecca è quello che qualche ragazzo potrebbe definire una gran topa.



Mi piacciono queste donne al potere, tanto. Finalmente un po' di telefilm dove le donne hanno il potere (e non passano un'ora a sculettare con la carne al vento).

Friday, February 08, 2008

L'ONNIPRESENTE KATE MOSS

Kate Moss non mi piace particolarmente. Quando Vogue la mette in copertina, poi, non mi piace affatto, perche' in un modo o nell'altro viene sempre fuori una copertina brutta.



Ecco rovinato il mese.

Monday, February 04, 2008

QUESTO BLOG INIZIA A RASENTARE IL RIDICOLO...

...o forse sono io che sto diventando ridicola: questo è un altro post su Alexander Wang. So benissimo che dopo questo i miei pochi lettori, stufi di questa insopportabile monotonia, diventeranno ancora di meno, ma questa la dovevo scrivere. A quanto pare Alexander Wang collaborerà con Uniqlo in una mini collezione estiva.

Questo post tra l'altro non è poi così inutile, perchè era da tempo che volevo scrivere di Uniqlo. Uniqlo è ciò che a me piace definire il Benetton giapponese: una catena di negozi che propone capi basici in un sacco di colori, un esempio di quello stile giapponese minimalista che, almeno a me, piace tanto. Il tutto ovviamente a prezzi supermodici, con vestiti ben tagliati, cashmere multicolore, i migliori skinny jeans (ora in una serie che va dal verde al viola), offerte irresistibili tipo sconti del 10% a studenti, limited offers da "due paia di jeans a £39.99" (insomma il tipo di negozio dove può benissimo succedere di spendere un capitale senza accorgersene). Il tutto in un'atmosfera luminosa e ordinata (ovvero il contrario di quegli inferni tutti inglesi che sono Topshop e Primark).





L'ano scorso, Uniqlo ha collaborato con, fra gli altri, 3.1 Philip Lim e Alice Roi, e con una serie di illustratori per una collezione di T-shirts davvero unica. La collezione di Alexander Wang dovrebbe debuttare a marzo, anche se non c'è ancora nessuna informazione certa. Quel che certo è che questa collezione non può che promettere bene: il minimalismo e semplicità di Uniqlo con il razionalismo mescolato a grinta di Wang mi sembrano un binomio vincente: staremo a vedere!

Il prossimo post, lo prometto, sarà su qualcos'altro.

Sunday, February 03, 2008

ANCORA ALEXANDER WANG

A volte parlo così tanto e così frequentemente di uno stilista o trend che sembro un'ossessa senza speranza. In mia difesa, devo ammettere che sebbene la mia passione per Alexander Wang sfiori l'ossessione, è un caso che venga nominato così tanto in così poco tempo...Ha infatti appena sfilato a New York (ieri), e dopo averlo visto su Nylon TV, non posso fare a meno di parlare di lui. Innanzitutto guardatevelo qui, con la sua musa/modella/stylist Erin Wasson, parlare di jeans impermeabili e pantaloni che si dividono in due, con una leggerezza e semplicità che vedo raramente. Ammetto che ho un debole per l'accento yankee e quindi forse sono un po' di parte, ma lo trovo adorabile.

Passando alla sua ultima collezione, devo dire che purtroppo non mi ha entusiasmata come la precedente (che invece ho amato alla follia ed è ora una delle mie collezioni preferite). Non sono infatti una fan di occhi bordati di nero, collant smagliati e stile gotico e grunge, ma lo stesso qualcosa del "mio" Alexander Wang l'ho trovata. Citazioni anni novanta molto body conscious (aderente se non addirittura aderentissimo), nero e bianco con accenni grigi e rosa antico/tortora, linee morbide ma sensuali. Abiti da guerriera urbana, linee e tagli a metà fra il maschile/aggressivo e il sensuale/delicato, un po' casual voluto, un po' trasandato.



La donna di Alexander Wang non è per forza femminile, non piace a tutti costi ma ha una forza interiore e una grinta da non ignorare. Il tutto proveniente da questo sgorbietto pieno di vitalità:

ACCESSORIO/OSSESSIONE: SCIARPA FIOCCO


Un po' clown, un po' scolaretta, un po' signora, io le trovo adorabili.

[Piksi e Softspoken, andatevi anche a vedere i loro Flickr, hanno tantissime idee e spunti interessanti!]

Friday, February 01, 2008

LE COPPIE METROPOLITANE DI PHILIP LIM

L'idea di una coppia che veste lo stesso stilista o marchio è una cosa che mi è sempre piaciuta. Mi piace come ci siano dei punti comuni e fili conduttori nelle collezioni maschili e femminili degli stilisti, e se dovessi nominare i miei abbinamenti uomo/donna preferiti, credo sceglierei Prada e Alessandro Dell'Acqua.

A quanto pare però, la mia passione per le "coppie abbinate" ce l'ha anche Philip Lim, che per la primavera/estate ha portato un passerella modelli e modelle. Il risultato? Coppie in stile metropolitano da abbinare a piacere:











Coppie così belle che è un peccato dividerle.

PILLOLE DI MODA, PILLOLE DI SAGGEZZA (E DUE)


"Today everyone wants to be beautiful, which looks very strange to me. Because fashion is not about being beautiful, it's about wearing something you love and making you think about a lot of things. The trend today is just to be slim with no wrinkles. But style and fashion have nothing to do with being young and pretty - they are beyond that."

Manuela Pavesi